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15 settembre 2002
 
La Toscana non è solo quella delle guide turistiche e degli spot. La Toscana è anche brutta, squallida. La Toscana è anche quello che c'è tra Pistoia e Prato: un intrico di strade tutte uguali che non portano in nessun posto, cavalcavia e cartelloni pubblicitari polverosi, paesoni industriosi pieni di fuoristrada e vuoti di sostanza.
La Marcia per la Giustizia sfila irreale tra queste case, da Agliana a Quarrata.
Ieri c'erano quattro-cinquemila persone inclassificabili e indefinibili che percorrevano i dieci chilometri della Marcia. Nello stesso momento una manifestazione ben più corposa invadeva Roma, con la stessa gioiosa confusione di sigle, simboli, idee. Gino Strada e don Ciotti sono stati presenti in entrambe le occasioni.

A sera la piazza di Quarrata è piena di ragazzine, anziani, immigrati, vari ed eventuali. Si avverte la serena determinazione a fare qualcosa, una buona volta. I bambini si addormentano tra la gente. Cominciano i discorsi...
Alex Zanotelli rivela che gli Usa spendono 500 miliardi di dollari per il riarmo, mentre la Banca Mondiale ha stimato che con 13 miliardi di dollari si potrebbero sfamare i poveri del mondo per un anno. Fa salire sul palco Tala, un immigrato senegalese che è stato mesi in galera per aver venduto accendini di contrabbando al suo arrivo in Italia. Si abbracciano, Tala viene fatto sedere tra gli oratori.
Giancarlo Caselli afferma la necessità di aggredire le associazioni criminali terroristiche, ma anche le radici di questo fenomeno, a cominciare dall'ingiustizia. Senza giustizia non c'è pace.
Gherardo Colombo (tono, mimica e pause da prim'attore), spiega la differenza tra "legalità"e "giustizia". L'uomo giusto è prima di tutto colui che non arreca danno agli altri, che si comporta secondo le regole millenarie della tolleranza e dell'amore. L'uomo che si limita a rispettare le leggi vigenti può diventare complice della sopraffazione e del potere dispotico.
Gianni Minà non l'ho ascoltato perché mi sta sulle scatole fin da quand'ero piccolo. C'erano tante altre persone più interessanti da incontrare, osservare, salutare.
Gino Strada mi fa rabbrividire. Mi rendo conto di quanto io stesso sia influenzato dalla propaganda mediatica, di quanto siamo manipolati, tenuti all'oscuro, desensibilizzati rispetto alla realtà orrenda della guerra. Mi vergogno di avere in certe occasioni DISCUSSO sull'opportunità di una guerra. Dobbiamo impedire che l'Italia diventi complice del prossimo massacro legalizzato e pianificato in Irak..
Quando don Ciotti nomina gli immigrati, Colombo si alza e va ad abbracciare Tala il senegalese. E' il risarcimento morale per un uomo che ha sperimentato sulla propria pelle l'inflessibilità della legge contro i deboli, la distanza tra legalità e giustizia.




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